
Ci stiamo impegnando per organizzare un evento che offra l’opportunità di sperimentare direttamente questa forma di sciamanesimo… a presto!
Un viaggio spirituale tra tradizione e modernità
Lo sciamanesimo è una delle pratiche spirituali più antiche del mondo, radicata in molteplici culture e tradizioni. Tra queste, lo sciamanesimo nepalese si distingue per la sua profonda connessione con la natura, la visione animista del mondo e la trasmissione orale di conoscenze ancestrali. Esploriamo ora le caratteristiche principali di questa tradizione, mettendola a confronto con altre tradizioni sciamaniche del mondo ed evidenziandone le particolarità.
Integrazione di spiritualità e natura
Il Nepal, una terra di montagne imponenti e vallate remote, è uno dei luoghi dove lo sciamanesimo si è conservato in forma viva e autentica. La pratica sciamanica nepalese si fonda su una visione animista: ogni elemento della natura – montagne, fiumi, alberi, animali, vento – è pervaso da uno spirito vitale. Gli sciamani nepalesi, conosciuti come Dhami Jankri, sono mediatori tra il mondo degli spiriti e quello umano. Le loro pratiche sono spesso legate alla cura, alla protezione, alla guarigione spirituale e al mantenimento dell’equilibrio tra gli esseri umani e la natura. I rituali sciamanici sono altamente simbolici e coinvolgono il suono ritmico del tamburo, i canti, le danze e l’uso di erbe e oggetti sacri. L’uso del tamburo ha un ruolo centrale: il suo suono è considerato un mezzo per viaggiare tra il nostro mondo e quello sottile, facilitando la comunicazione con gli spiriti. La trance, spesso indotta dal ritmo del tamburo, consente allo sciamano di entrare in contatto con il mondo invisibile, in cui può ricevere consigli, guarire o esorcizzare forze maligne. Ogni gesto, parola e strumento ha un significato preciso all’interno del rituale.
Le differenze con altre culture sciamaniche
Nonostante le similitudini nella funzione e nelle tecniche con altre tradizioni sciamaniche nel mondo, lo sciamanesimo nepalese si distingue per alcune peculiarità che lo rendono unico rispetto a tradizioni come quelle delle popolazioni siberiane o delle tribù indigene delle Americhe.
- Forte legame con la natura animata: lo sciamanesimo in Nepal è particolarmente focalizzato sulla comunicazione con gli spiriti della natura, come divinità locali, animali, spiriti degli antenati, forze elementali e fenomeni naturali. In altre tradizioni sciamaniche, come quella siberiana, gli sciamani sono spesso visti come mediatori tra l’umano e l’aldilà, ma in Nepal l’enfasi è più rivolta al rispetto reciproco tra esseri umani e natura e al dialogo costante con il mondo invisibile che permea ogni aspetto della vita.
- Rituali specifici e pratiche tradizionali:i rituali sono tramandati da generazioni e comprendono cerimonie di guarigione, di protezione, di purificazione e di liberazione. Ogni rito è pensato per ristabilire l’armonia tra la persona e l’ambiente che la circonda, in un’ottica profondamente animista e relazionale. In Siberia o in Amazzonia, gli sciamani tendono a concentrarsi maggiormente sull’uso di piante sacre, come l’ayahuasca, per ottenere visioni.
- Ruolo dello sciamano nella comunità: In molte tradizioni sciamaniche, come quelle delle tribù africane o dei nativi americani, lo sciamano ha il compito di guarire e di svolgere un ruolo importante nella comunità. In Nepal, però, lo sciamano è anche visto come un tutore spirituale in grado di risolvere conflitti e mantenere l’armonia tra i membri della comunità. Viene spesso consultato nei momenti critici della vita comunitaria o in caso di scelte importanti. La sua funzione è quella di mantenere il legame tra le persone, gli antenati e gli spiriti della terra.
Una tradizione viva e in trasformazione
Lo sciamanesimo nepalese, sebbene condivida elementi comuni con altre tradizioni sciamaniche nel mondo, si distingue per la sua identità fortemente animista e per la capacità di adattarsi al mutare dei tempi. In un mondo moderno che tende a separare l’uomo dalla natura, questa pratica spirituale continua a offrire strumenti per riscoprire il legame con l’ambiente, con le forze invisibili che lo abitano e con il proprio equilibrio interiore.
Lo sciamanesimo in Nepal è oggi una pratica viva, che non solo preserva antiche conoscenze spirituali, ma rinnova ogni giorno il rispetto per la Terra e per gli spiriti che popolano il mondo naturale. Questo patrimonio offre ispirazione a chi cerca una spiritualità concreta, radicata nella terra, orientata all’ascolto e all’armonia con tutto ciò che vive. Allo stesso tempo è di grande interesse per studiosi e appassionati di cultura.
Il Dyangro è il tradizionale tamburo sciamanico nepalese, strumento sacro e insostituibile nelle pratiche dei Dhami e Jankri. È solitamente costruito a mano, con una struttura circolare in legno e due pelli tese su entrambi i lati, che rappresentano simbolicamente i due principi complementari dell’universo: la faccia maschile e quella femminile.
La pelle maschile, spesso più tesa e chiara, è associata all’azione, alla forza e all’energia attiva; quella femminile, più morbida e scura, incarna invece la ricettività, l’intuizione e la profondità. Colpendo alternativamente le due facce, lo sciamano bilancia queste due energie nel rituale, facilitando il passaggio tra i mondi spirituali.
Il suono del Dyangro è molto più di un semplice ritmo: gli sciamani nepalesi lo chiamano “il battito della Madre Terra”, poiché il suo rullare evoca il cuore pulsante del pianeta, la vibrazione originaria che connette ogni essere vivente. Durante i rituali, questo suono guida lo sciamano nel viaggio spirituale, apre portali tra i mondi e richiama gli spiriti guaritori.
Il Dyangro non è solo uno strumento musicale, ma un compagno spirituale, consacrato e spesso considerato dotato di uno spirito proprio, che lo sciamano nutre e onora nel tempo.